Cos’è l’Inflammaging (infiammazione cronica di basso grado)?

L’inflammaging è un processo infiammatorio cronico e silenzioso: questo non viene attivato in conseguenza ad un’aggressione esterna per difendere l’organismo, ma si auto-sostiene a causa dell’indebolimento del sistema immunitario che provoca la produzione cronica di molecole (citochine) pro-infiammatorie e a causa di errati comportamenti e stili di vita.

Inflammaging unisce le parole “inflammation” (infiammazione) e “aging” (invecchiamento): infiammazione e invecchiamento precoce del sistema immunitario sono due fenomeni collegati e pericolosi per la salute. La parola descrive una condizione dell’organismo, interessato da un’infiammazione cronica lieve (di basso grado), persistente (cronica), che non ha sintomi visibili (latente), ma che è in grado di produrre effetti sistemici su tutto l’organismo. Questi effetti sistemici hanno conseguenze sulla salute a 360 gradi e intaccano tutti i comparti dell’organismo, dal sistema immunitario alla pelle, fino ad essere considerata da molti ricercatori come precursore di molte patologie croniche, quali patologie cardiovascolari, aterosclerosi, neoplasie, malattie cerebrali, patologie epatiche, disfunzioni metaboliche.

Inflammaging: quali sono i sintomi?

Non ci sono dei sintomi precisi e individuare questa condizione infiammatoria a livello clinico è complicato. I sintomi sono vaghi e vari, spesso non si manifestano a livello analitico, ma la condizione infiammatoria di basso grado persiste e si ripercuote sulla struttura geneticamente più vulnerabile per il singolo individuo. Tra i principali sintomi che contraddistinguono un organismo con inflammaging troviamo malessere diffuso, indolenzimento generalizzato, stanchezza cronica, difficoltà nella concentrazione, difficoltà a dormire, gonfiore addominale e problematiche gastrointestinali, quest’ultimo sintomo anche di una alterata detossificazione epatica.

Infiammazione cronica di basso grado e cortisolo

I livelli di infiammazione cronica di basso grado dipendono da genetica e stili di vita, ed aumentano in un arco temporale che va da da anni a decenni: una dieta non adeguata, elevati livelli di insulina e un’attivazione cronica di cortisolo, l’ormone dello stress, ma anche la componente genetica contribuiscono all’insorgenza dell’inflammaging.

In particolare, da un lato la sovralimentazione e l’obesità promuovono l’inflammaging che si manifesta con l’insulino-resistenza che attiva risposte infiammatorie che possono danneggiare organi e tessuti, dall’altro l’essere costantemente minacciati da fattori di stress esterni come alimentazione sregolata, stili di vita errati come fumo, alcol, sedentarietà, eccessiva esposizione a stress chimici, ambientali, elettromagnetici, abuso di terapie antibiotiche non strettamente necessarie, ecc., provoca una risposta immunitaria smodata che dà vita ad infiammazione.

Anche il microbiota intestinale riveste in quest’ambito un ruolo di primaria importanza, poiché la disbiosi intestinale non correttamente gestita, può causare una situazione infiammatoria con aumento della permeabilità intestinale e traslocazione di alcuni metaboliti prodotti da batteri (LPS) dal lume intestinale alla sottomucosa, causando una iper-attivazione dei macrofagi, contribuendo ad un quadro di immunosenescenza con deregolazione del sistema immunitario.

Ma di disbiosi parleremo dettagliatamente nel prossimo articolo….

L’autrice di questo articolo è la Dott.ssa Federica Lorenzutti – esperta biologa nutrizionista – che da oggi collabora con Estetica 2000

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